“Io faccio…Tigro e tu…Winnie the pooh”
Introduzione
J. L. Moreno e lo psicodramma classico
“Medico, sociologo, filosofo, psicoterapeuta di gruppo e uomo di teatro dell’Europa centrale, Moreno è il creatore dello psicodramma, della sociometria, della psicoterapia di gruppo (1932) della teoria dei ruoli (1934), di una forma particolare di azione-ricerca, dei metodi attivi (action-methods) della sociatria (termine che integra l’approccio sistemico alla psichiatria sociale) e della sociologia partecipante, dei metodi di formazione di gruppo in piccoli gruppi, del co-inconscio familiare e di gruppo e dell’atomo sociale, base dell’identità di gruppo e personale…”
“Il dottor J.L.Moreno, ha scoperto negli anni ‘20 l’importanza e l’efficacia per la persona della rappresentazione scenica di ciò che ella vive, ha vissuto, desidererebbe vivere, avrebbe desiderato vivere… Tale messa in scena permette di avviare, in un contesto protetto e rassicurante, un dialogo percepibile, attivo e costruttivo fra i diversi aspetti della propria vita. La persona giunge così ad un più alto livello di coscienza di sé e di fiducia nel relazionarsi a sé e agli altri.”
“Psicodramma deriva dai termini greci "PSYCHE'" (psiche o anima) e ”DRAMA” (azione). E' quindi quel metodo che consente di esplorare (arricchire) il mondo psichico attraverso l'azione.”
Psicoterapia per i bambini: psicodramma classico
Accudimento, intersoggettività, creatività: ho scelto, tra i tanti termini che caratterizzano lo psicodramma, questi tre perché ritengo che meglio possano riassumere il valore dell’esperienza che il bambino si accinge a fare entrando nello spazio/tempo psicodrammatico.
“Accudire significa facilitare l'espressione del Sé e dei suoi bisogni più o meno espliciti e dare loro risposta attraverso la messa in gioco di controruoli adeguati” Il bambino trova nel setting psicodrammatico la garanzia di un spazio e un tempo per esprimersi, che ciò che produce è accolto, che è garantito il rispetto per la cre-azione di ognuno e un agire costruttivo in relazione agli altri. Il bambino assapora l’accudimento attraverso l’ascolto rispettoso, il gioco condiviso, l’accoglimento delle sue espressioni. L’accudimento è nell’accettazione dell’individualità e unicità che lo psicodramma riconosce ad ogni individuo. L’accudimento è nelle attività che volgono verso vissuti che soddisfano i bisogni di fusionalità, di individuazione e di alterità*.
L’intersoggettività è sperimentata durante quei momenti in cui il bambino ha la possibilità di sentire che ci sono occhi (anche i suoi) che guardano, orecchie (anche le sue) che ascoltano, quando sente che i corpi possono “giocare” in armonia e nell’armonia; non solo perché nel gruppo ci sono coetanei ma anche perché gli adulto di riferimento che accompagnano i bambini permettono una vasta gamma di possibili sintonizzazioni emozionali. L’interscambio è vasto, il gruppo può divenire mondo ausiliario di grande valenza emotiva per il piccolo uomo. Il bambino riesce a sperimentare la sua capacità di entrare in relazione con l’altro in modo euritmico e può vivere esperienze in cui sperimenta che l’altro è sintonizzato con le sue esperienze. Intersoggettività è nell’ incontro, nel sentire intimamente la presenza dell’altro, che ci si può concedere di soddisfare la necessità primaria di entrare in relazione emotiva con gli altri esseri umani.
Definizione di creatività in psicodramma: “La creatività costituisce la più alta forma d'intelligenza che l'uomo conosca; La spontaneità è da noi conoscibile attraverso le sue manifestazioni. Essa si disvela all'uomo attraverso la percezione intima di sentire viva la disponibilità a mobilitare le proprie energie intellettuali, affettive, fisiche per mettersi in un rapporto adeguato (che tenga cioè nel giusto conto le esigenze intrapsichiche e le richieste ambientali) con la realtà "inventando" risposte adatte alla situazione. caratteristica è quella di fornire risposte adeguate a situazioni nuove o risposte nuove a situazioni già affrontate. In ogni atto la creatività è ritrovabile da un grado massimo (atto vitale, originale, nuovo) ad un grado nullo (atto automatico, riflesso, ripetitivo)”.
E’ nella costruzione che il bambino vede se stesso, si autodetermina trovando il suo posto nel gruppo, creando il suo ruolo o cimentandosi nella creazione; lo scambio tra il suo mondo interno e quello esterno è continuo e dinamico: il suo mondo intrapsichico trova un ambiente adeguato sul quale esprimersi ed imprimersi, assumere ruoli nuovi significa ampliare le possibilità relazionali. Il bambino ‘gioca’, concretizzando sulla scena, le sue rappresentazioni mentali ma sperimentandone anche di alternative.
Che cos’è il Laboratorio io e la mamma:
Il laboratorio “Io e la Mamma” nasce da un’idea della dott.ssa Anna Lamo*, con l’intenzione di creare
uno spazio nel quale mamma e il figlio o il papà e il figlio possano vivere un momento relazionale che
intensifica il rapporto filiale ma anche quello socio-amicale.
Durante il laboratorio le diadi
madre-figlio/padre-figlio, attraverso adeguate attività ludiche e artistiche, sono accompagnate dal
conduttore verso uno stare insieme armonioso perché divertente, emozionante e creativo. L’atmosfera,
sobria di stimoli che distraggono
dallo stare teneramente insieme, incoraggia la conoscenza profonda e una sana vicinanza affettiva.
La timidezza è un sentimento universale che tutti conosciamo. Quando però questa caratteristica
diventa un ostacolo nell'ambiente scolastico, amicale e nella famiglia allargata, perchè il bambino non
riesce a farsi interrogare, a fare amicizia o ad inserirsi nei giochi di gruppo, allora può essere fonte
di sofferenza, anche per i familiari che divengono sempre più preoccupati.
Il bambino sarà inserito in un ambiente che gli permetterà di esprimersi e di relazionarsi agli
altri attraverso diversi canali. La conduttrice utilizzerà interventi mirati al singolo bambino.